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APOPHORETA

I Pensieri del giorno e le Note di Ricky Farina. 

"Doni da portare via"  e istruzioni per l'uso.

Ho ancora tante cose, tante cose da dire al silenzio.
E tanti gesti da donare alla pietrificazione. E un cuore
da nascondere nel pozzo nero delle glaciazioni.







Ho preso una decisione, voglio dedicarmi agli
origami per il resto dei miei giorni, con gli orgasmi

non è andata bene, magari con gli origami...



L'universo non mi convince, tante galassie generano

in me una sorta di scetticismo cosmico, stellare.
La vita mi convince negli spazi brevi, in quella distanza
che ci concede l'estasi di un morso possibile.






APPUNTI PER UNA SAGGEZZA IMPERFETTA



Innamorati della persona sbagliata: è più divertente.

*

Voltati a guardare il tuo passato, se diventerai una statua
di sale tutto sarà meno insipido.

*

Guarda tutti dall'alto verso il basso, ma solo mentre
stai precipitando.

*

Nutriti di luoghi comuni, è bello stare in compagnia.

*

Se senti tremare l'universo nelle tue vene dedicati
all'essenza del provolone.

*

Aggiungi sempre un posto a tavola per chi non verrà mai.

*

Cerca l'invisibile anche nel cuore nudo della pietra.

*

Se incontri una persona serena mostrale il tuo cuore
deforme e fai le smorfie. Chi è sereno è anche stronzo.

*

Incuti timore ai fiori, fai tremare il loro polline. E poi
senza pietà: coglili.

*

Cerca di morire in modo clamoroso, anche le stelle
devono accorgersi del tuo ultimo respiro.









                                                                                                                                                              DIALOGO CON RAFFAELLA

                                                                                                                                                    Raffaella. Come stai Riccardo?
                                                                                                                                                    Riccardo. Sempre più orso, senza miele. E tu?
                                                                                                                                                    Raffaella. Sempre più miele, senza orso.









                   DIALOGO CON LA SOLITUDINE.

Solitudine: Tu hai scelto di raccontare gli esseri umani, e per farlo bene

devi stare da solo. Devi essere libero. Capisci?

Riccardo: No. Non capisco l'equazione solitudine uguale libertà.
A me sembra il contrario. Mi sento prigioniero di me stesso.

Solitudine: Tu non devi avere legami, non devi avere una relazione
stabile, la stabilità ti ucciderebbe. Dammi retta.

Riccardo: No, mi darebbe più forza.

Solitudine: Mi spiace caro, non funziona così, il tuo destino è quello
di essere un uomo aperto a tutto e a tutti, questa è la solitudine.

Riccardo: Fottiti. Io voglio una compagna, voglio farti a fettine
stronza di una solitudine.

Solitudine: Non puoi offendermi senza ferire te stesso.
E poi che cosa hai da donare a una compagna?

Riccardo: Dono te.

Solitudine: E pensi che donare solitudine agli altri sia la
soluzione? Chi può desiderarmi?

Riccardo: Un'altra solitudine. Non ti senti sola?

Solitudine: Basto a me stessa.

Riccardo. Certo, tu parli così perché non hai il cazzo.

Solitudine: Che dici? Il tuo cazzo è il mio.

Riccardo: Puttana!

Solitudine: Scopami.

Riccardo: Non ho il preservativo.

Solitudine: Non importa, partorisco solo specchi.

Riccardo: Aiuto.

Solitudine: Aiutati che Dio ti aiuta.

Riccardo: Tu sei Dio?

Solitudine: Non lo avevi ancora capito?

Riccardo: Allora aiutami!

Solitudine: Eccomi.

Riccardo: Quindi non ho speranze?

Solitudine: No. Sei finalmente felice?

Riccardo: Sì.











IL DIAVOLO INTERVISTA RICKY FARINA.

Diavolo. Signor Farina, lei sa che cosa vuole dalla vita?

R.F. No, ma so che cosa voglio dalla morte.
Diavolo. Che cosa? Se non sono indiscreto...
R.F. Pace, tranquillità e ogni tanto un terremoto nel cimitero
per sgranchirmi le ossa.
Diavolo. Lei crede in Dio?
R.F. Credo nella ribellione e nella ribollita.
Diavolo. Che cosa è la ribollita?
R.F. Una zuppa toscana. Molto buona.
Diavolo. Che rapporto ha con il gentil sesso?
R.F. Un rapporto maleducato.
Diavolo. Ha mai fatto una follia per amore?
R.F. No, ma ho reso ogni mio amore una follia.
Diavolo. Come vorrebbe morire?
R.F. Fischiettando Mozart.
Diavolo. Teme le fiamme dell'inferno?
R.F. Diciamo che ho simpatia per un posto che rende
impossibili i surgelati. Amo la buona cucina.
Diavolo. Grazie.
R.F. Prego.





IL PIANTO DELLA PATATA.

Il patato disse alla patata

"non ti amido più".

E la patata si sciolse
in lacrime.

Una purea di dolore.



TITOLI PORNO INVENTATI.

Francescana, la puttana scalza che parlava agli uccelli.

*
Chi va piano va sano e nell'ano.
*
Apocalisse anale.
*
Le spermalose.
*
Ok lo spruzzo è giusto!
*
La cappella blasfema.
*
Dimmi con chi vieni e ti dirò chi sei.
*
Chi più ne ha più ne metta.
*
Il Trans Siberiano. Coiti anali su rotaie.
*
L'idraulico idrofobo e la casalinga termodinamica.
*
Permesso? Posso sfondarti?
*
Lacerazioni anali al tramonto.
*
La candida di Voltaire.
*
Adam Ventre missione pecorina.
*
Chi tace acconsente. Per necrofili.





APPROCCIO

Ciao bella.

Salve.
Mi chiamo Ricky.
Ah.
Ricky Farina.
Ah, ah.
Sono un poeta.
Ah.
E ho il cazzo.
Eh?
Il cazzo, hai presente?
Sì.
Tu hai la fica?
Sì.
Bene, non ci manca nulla.
Sicuro?
Sicurissimo.
Bene.
Andiamo?
Dove?
A letto.
Perché?
Compatibilità organica.
Ah.
Non ti basta?
Non direi.
Come siete complicate voi donne!
Lei crede?
Sì.
Arrivederci.







                     METACRITICA.

Ricky Farina non è un regista in senso classico.

Non è un condottiero di eserciti, non smuove masse,
non dirige, si lascia dirigere. Non è un regista.

Ricky Farina non scrive sceneggiature, la sua folle
pigrizia lo frena, preferisce trovare sceneggiature
già pronte nel cuore degli esseri umani viventi.

Ricky Farina filma le zone morte dell'Essere, è il
demiurgo della sospensione, il martire delle attese,
l'imbalsamatore dell'effimero, forse è un poeta.

Forse no. Ma che importa? Ricky Farina è Ricky Farina.
Questo dovrebbe bastare ad avere una lapide.
Dovrebbe bastare a lasciare una manciata di ricordi.



SCANSIONE DELLA MIA GIORNATA.

Mi alzo dal letto con un triplo salto mortale.

La vita non ha la rete di protezione ma io
me ne sbatto altamente, triplo salto mortale!

Controllo allo specchio se il mio volto ha subito
mutazioni geologiche durante il sonno. Evacuo.
Mi doccio. E sono splendido e profumato e vivo.

Poi inizia la girandola delle possibilità, non ho
impegni di lavoro, la giornata spalanca le sue
fauci e attende solo che io decida che cosa fare.

Uccidere, amare, nascondere ordigni nella monotonia
e fare una strage, seppellire il dolore, uscire allo
scoperto, spaventare gli uomini con la mia libertà.

Duellare con la noia, sentimento divino, è la prima
cosa da evitare, lascio che il vuoto mi penetri, la noia
è un serbatoio di energia, è il carburante della vita.

Metto in ordine le tempeste, getto gli arcobaleni nella
lavatrice, scrivo, filmo, rispondo al telefono, guardo
con stupore una banana, gusto ricordi al peperoncino.

E quando arriva la notte alle mie spalle, traditrice di tutti
i sogni, la notte sublime della perdizione, e sento sotto
le coperte un brivido oscuro, io so di avere amato e sorrido.





PICCOLA ANALISI DI ME STESSO.

Se scopro di avere un calzino bucato

posso cadere in depressione.
Se una donna mi lascia mi sento solo.
Se mi sento solo prendo l'aspirina.
Aspiro a incontrare un'altra donna.

Se al ristorante trovo uno scarafaggio
nella minestra voglio pagare anche lo
scarafaggio al momento del conto.
Ogni comparsa nella mia vita ha un
prezzo, un valore, e io lo rispetto.

Se una donna guarda il lampadario
mentre stiamo facendo sesso mi sento
orgoglioso, io per i lampadari ho un
gusto veramente speciale, non mi offendo.
Ma se guarda il soffitto potrei ucciderla.

Se una persona muore al telefono spero
che non abbia trovato occupato, morire
mentre gli altri sono occupati deve essere
terribile. Bisognerebbe morire solo nei
momenti di pausa, la vita avrebbe un senso.





VI INSEGNO A VIVERE.

Ora vi insegno a vivere, questo è il compito dei poeti.

Portatevi sempre un'allucinazione nel taschino.
Troppa realtà fa male alla digestione. Non dite mai
la verità, una verità dicibile è solo una bugia.
Quando camminate per strada cercate sempre il volto
di un bambino. Lasciatevi distrarre dagli imprevisti.
I vostri impegni, i vostri appuntamenti non saranno
mai più importanti di un evento nudo che non ha ancora
un nome. Ogni mattina fate un passo nell'ignoto.
Non fate mai un'assicurazione sulla vita, una vita
assicurata non vale la pena di essere vissuta. Siate
sicuri delle vostre insicurezze. Un uomo sicuro è un
uomo morto. Nulla è più inviolabile della morte.
Se vedete un incidente non fermatevi a curiosare,
ogni sera dedicate una preghiera agli sconosciuti.
Fate l'amore per fare un dispetto alla polvere, e le
vostre lacrime fatele essiccare al sole della vita.
Ma se vi sembra eccessivamente arido questo mio
suggerimento allora tuffatevi nel diluvio del dolore.
Senza pietà. E annegate. Annegate senza pietà.
Il dolore è magia di annegamento. Buona fortuna.









QUALCHE DOMANDA A RICKY FARINA.

Signor Farina come deve essere una donna per piacerle?

Bella, e puttana.

Lei come si considera?
Bello, intelligente e col cazzo duro.

Che rapporto ha con Dio?
Ci guardiamo in cagnesco.

Crede in Dio?
No, credo nei cani.

Ama i gatti?
No, mi stanno sul cazzo.

Come si immagina il suo futuro?
Con le gambe all'aria.

Come vive il suo presente?
Con angoscia.

Perché?
Si faccia i cazzi suoi.

Lei è frustrato?
Sì.

Che tipo di cittadino è?
Non pago le tasse.

Perché?
Perché non lavoro.

Si vede sposato?
Non mi faccia ridere.

Morirà senza figli?
Sì, che io sappia.

Lei crede nell'esistenza di esseri ultraterreni?
No, ma ammiro chi fa il salto in alto.

Che ne pensa del Natale senza albero di Natale?
Preferisco la Pasqua senza l'uovo, detesto le sorprese.

Le piace una vita prevedibile?
Sì, così posso decidere le scansioni dei miei tormenti.

Pensa che il prossimo le voglia bene?
No, ma il trapassato prossimo sì.

Si dedica a qualche sport?
Mi piace respirare con i polsini da tennis.

In quali condizioni lei farebbe un grande sacrificio?
In condizioni disperate.

Lei crede che il suicidio sia fondamentalmente da giustificare?
Credo che sia una "via d'uscita d'insicurezza."

In che senso?
Nei cinque sensi.

Grazie, è stato istruttivo.
Anche per me. Addio.



NON SONO UN TIPO RISERVATO.

Non sono un tipo riservato perchè soffro,

soffro di claustrofobia di me stesso.

Non sono un tipo riservato perché i miei
segreti hanno bisogno della luce del sole.

Non sono un tipo riservato perché mi piace
dilapidare le piccole lapidi che ho dentro.

Non sono un tipo riservato perchè odio
vedere la parola "riservato" nei ristoranti.

Non sono un tipo riservato perché è il mio
modo di tenere aperte le finestre di casa.

Non sono un tipo riservato perché la morte
dovrà trovare vuota la stanza del mistero.

Non confidatemi mai un vostro segreto perché
lo tratterò come merita: dovrà vedere le stelle.











SCENEGGIATURA.

 

Spot in bianco e nero. Notte di pioggia, esterno.

Una donna elegante cammina bagnandosi tutta,
le lacrime del volto si confondono con la pioggia,
un ladro mascherato, con un pugnale in mano, le
afferra le spalle e le dice : o la borsa o la vita.
Lei lo guarda fisso negli, stringe la borsa e poi
bisbiglia "la borsa". L'uomo le pugnala il petto, il
sangue scende fino a colorare la borsa di rosso.
Prada: l'unica scelta possibile.

(Così è concettualmente giusta!)





 

 

 

Ci sono avvenimenti che nella vita non si dimenticano,

ma di due avvenimenti di una certa importanza non
avremo mai memoria: la nascita e la morte. In fondo
non è importante tramutare in ricordo ciò che è così
radicale in noi: sono assoluti senza memoria, forme
di oblio naturali, incastonate nel nostro essere, forse
l'unica chance che la vita ci concede per tentare
di essere felici, oltre la nascita e oltre la morte.









                                                                                                                                                   Sono pneumocentrico, l'universo ruota attorno al

                                                                                                                                                     mio respiro, e quando verrà meno il mio respiro
                                                                                                                                                    anche l'universo si estinguerà, ognuno di noi è la
                                                                                                                                                            fine del mondo, e anche il suo inizio.





 

Da grande voglio fare l'inventore di esperienze insolite.

per esempio ho inventato il cimitero dalle tombe sonore,
ogni tomba ha una bocca di pietra dalla quale esce un
urlo registrato dal morto quando era in vita, così non si
potrà mai più dire: muto come una tomba.









Scappate da chi soffre, scappate dalla verità, fuggite

dalla pietà, diventate superficiali, frivoli, stupidi, e
godetevi la vita scioccamente tra un aperitivo e una
cenetta a lume di candela con persone vuote, sarete
voi a riempirle, basta con la pastasciutta al pomodoro
degli sfigati, basta con la semplicità, raffinatezza e
lusso dovranno essere le vostre parole d'ordine, e
se non avete la possibilità di farlo uccidete, fate
stragi, ribellatevi, una rivoluzione per una coppa
di champagne! Sì, ho deciso, smetto di scrivere
poesie e faccio l'abbonamento in un centro di lampade
abbronzanti, ovviamente lampade di design!

 

         

                  L'ADORABILE BANALE.

Ho scoperto che mi piacciono gli oggetti di classe,
quegli oggetti che hanno stile e personalità, quegli
oggetti che a guardarli ti infondono energia e fiducia
nella creatività dell'uomo, quegli oggetti che costano
cari, vere e proprie salassate, ho scoperto che mi
piacerebbe essere molto ricco, ho scoperto che mi
fa schifo la povertà, oggi ho scoperto la banalità,
e ho scoperto che adoro essere banale, la vita è
bella quando mangi caviale, e vomiti piacere...





                                                                                                                                                                                          L'INSOPPORTABILE.

Elenco ora le cose che non sopporto perchè

"il gusto è fatto di mille disgusti".

Non sopporto quelli che affermano "per stare bene
con gli altri bisogna prima stare bene con se stessi".
Io sto malissimo con me stesso, e proprio per questo
cerco negli altri l'ossigeno per respirare.
Non sopporto chi dice di avere "un buon rapporto
con il proprio corpo". Sarebbe come dire che si ha
un buon rapporto con le coliche, veramente ridicolo.
Per non parlare di quelli che hanno un buon rapporto
con Dio! La fede è tormento o non è che un lassativo.
Non sopporto chi ama la natura, la natura è un fenomeno
che genera in me stupore, orrore e odio. Amo la
natura nella misura in cui la odio. Odio la sua indifferenza.
"L'acqua del fiume scorre sul sasso e sul bambino
annegato con la stessa tranquillità". Non abbraccio
gli alberi, i vegetali sono il coma profondo del Verde.
Il colore della Speranza è il nero. Non sopporto chi
parla di "rispetto" nell'amore. In amore si fa tutto
tranne che rispettarsi, ci si rispetta solo quando ci
si sopporta, ma l'Amore è Insopportabile: vivifica, ma
stritola anche, e uccide. Non sopporto chi è sereno.
Il beato è un beota. Non sopporto chi dice la verità
senza indossare un papillon a pois, e se un medico
mi dicesse "lei ha il cancro" senza ballare il tip tap
lo ucciderei all'istante. Questo sono io. questo è il mio
gusto. E volete sapere la cosa più assurda?
Sono felice.







Ogni donna è carne della mia carne, ma in questo periodo 

incontro solo vegetariane. Sono un macellaio frustrato.





 

                                                                                                                                             La solitudine è così semplice, pura, assoluta. Perchè

                                                                                                                                               noi esseri umani continuiamo a frequentarci? Devo
                                                                                                                                                rivalutare i vegetali, un albero ti fa compagnia ma
                                                                                                                                                non ti stanca con i suoi problemi, le sue paure, le
                                                                                                                                                 sue gioie o le sue angosce, un albero è un albero.









                               LA SEGRETERIA TELEFONICA.

 

-La mia segreteria telefonica. Siamo momentanei, e qualche volta anche assenti.Bip.

-La segreteria telefonica nichilista. Non ci siamo, ma che vi credete? Nemmeno voi ci siete.

-La segreteria telefonica stronza. Pronto? Ah ciao, come stai? Bip.











​Odio ogni forma di fatica, anche quella sessuale, per me la felicità è sempre stata legata a una parola: facilità.

Con l'olio di gomiti si condiscono pessime insalate, datemi retta, vi prego!





                AMORE FUCSIA.



Tesoro, vuoi versarmi un goccetto di cognac?

Sei un amore, ti adoro. Questa notte voglio...
indovina? Non pulire più i vetri tesoro, la luna
non deve essere un confetto asettico.
Che dici? Mi metto la parrucca fucsia? Faremo finta
di essere dentro un cratere di gesso e menta,
amore...passami il frustino, e ricorda: non ridere
mai quando ti scopo, sai che potrei ucciderti?

Ora chiudi gli occhi e sogna di aprirli.











La felicità è un grande malinteso, non è qualcosa che
devi ricercare o progettare, la felicità è quel buco nello
stomaco che si forma appena nasci, è la vita. Ha mille
sfumature, anche la sfumatura del dolore, quindi non
devi ricercarla, è già tua, e ti divora, devi solo accettarla.















IL SANGUE SUL MIO CAPPOTTO.

Stamattina stavo andando nella mia nuova casa

col mio bel cappotto di velluto, in mezzo alla strada
scorgo una signora per terra, sanguinante.
Mi avvicino, c'è già qualcuno che sta chiamando
l'ambulanza, abbraccio la signora da dietro e
la metto a sedere, è una bellissima vecchia, due
occhi azzurri stupiti e incantevoli, e sanguina,
sanguina dalla fronte, per terra gli orecchini,
il sacchetto della spesa rovesciato, frammenti
di occhiali, una scheggia degli occhiali si è
conficcata nella sua fronte, una ferita profonda,
e il sangue cola, cola sugli occhi azzurri, sulla
bocca, mi trema il cuore d'amore a vederla così,
una ragazza le chiede "signora come si chiama?",
e assisto al miracolo dell'identità che poco a poco
riaffiora, un attimo di confusione, poi la signora
risponde "mi chiamo Anna, Anna Pola, abito qua
vicino, ma che cosa mi è successo? Sono tanto
rovinata?", la ragazza "no signora Anna, non si
preoccupi, è solo una ferita, non si tocchi la
fronte però, e stia seduta, non si alzi". Il sangue
cola sulla borsetta, la signora apre la borsetta,
tira fuori dei fazzoletti di carta, ne prendo uno e
cerco di tamponare la ferita. Arriva l'ambulanza.
"Siete stati gentili, così gentili, grazie, ma sono
rovinata?", e io rispondo "no signora non è nulla,
stia tranquilla". La mettono sulla barella. Il sole
è incastonato in un cielo purissimo. "Signora Anna
non posso dire -piacere di averla conosciuta- ma
lei è bellissima". I suoi occhi azzurri insanguinati
mi sorridono prima di sparire nell'ambulanza.
Ho il suo sangue sul mio cappotto di velluto.









Forse ho capito: moriamo per imitazione. Imitiamo il primo uomo che perse i sensi per sempre.

Cerchiamo di avvicinarci all'intima perfezione di quella prima morte, ma invano, la nostra morte

sarà sempre imitazione, priva di quella purezza originaria che fece tremare forse anche le stelle.



Le mie sofferenze sono sempre legate a delle immagini

che ho nella mente, l'immagine di un viso, di un sorriso
perduto, anche il mio dolore è guardone, un dolore
in cinemascope.







Ieri notte ho premuto gli occhi sul cuscino e

mi sono fatto un viaggio nel mio spazio interiore.
Ho sentito il mio volto  sciogliersi nel buio ma ho
continuato a vagare senza paura.  La gatta è salita
sul letto, e l'incantesimo si è rotto. Un felino mi ha
salvato dal punto di non ritorno...



C'è chi ti sbuccia le ossa e ti bacia con infinita dolcezza

sul collo, chi si dimentica il tuo nome ma ricorda la tua
carne, c'è chi ti adora e chi ti odora, c'è chi ti tradisce
con le ombre, chi perde la testa per un alito di vento,
c'è chi spaventa i fiori, chi li mangia e chi li dispone
in un vaso da notte, ma c'è chi piscia fuori dal vaso e
allora il mondo è splendido, ti conviene farne parte.





Gioco a nascondino con l'assoluto, il mio cuore bambino pulsa

sulla corteccia degli alberi, sotto le tovaglie di seta, e i mie respiri

hanno la febbre lenta degli innamorati, l'assoluto conta all'infinito, ho tutto il tempo per

giocare con il mondo e le sue ombre. Mi troverà, ma sarà troppo tardi.









Non ascoltare chi ti spinge a guardare in faccia la realtà, la realtà ha mille volti

diversi e ti avvolge con il suo vapore tenue, se ti dicono di volare basso fallo

solo per cogliere fiori e donarli alle stelle, non credere a chi ti dice che devi

pensare con la tua testa, pensa con la testa dei leoni e dei cigni, sii sempre te

stesso ma solo per comprendere gli altri, non vivere l'attimo,

l'attimo è stronzo, fugge via, vivi eternamente con la morte addosso.



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