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UN IGNARO POETA DEL CINEMA di SILVANO AGOSTI.

Riccardo Farina in arte Chisciotte è sicuramente nato portando in sè la maledizione di una particolare sensibilità poetica. Purtroppo vive in uno Stato amministrato con criteri di guerra ovvero il potere statale è in guerra con la gente, con il popolo come si diceva un tempo. Bertold Brecht sosteneva che in tempo di guerra anche la poesia è un crimine. Riccardo, che io chiamo Jules et Jim per enfatizzare i due aspetti della sua
personalità, ha in sè la spensierata natura di Jim(francese) e il rigore di verità di Jule(giovane tedesco) i due personaggi protagonisti del mitico film di Truffaut "Jules et Jim". Così dall'ondulato conflitto tra Jules et Jim è nato in Farina un nuovo genere cinematografico: una sorta di nuovo realismo privo di qualsiasi intervento dell'Autore che sembra realizzato con la cinepresa nascosta e invece non lo è. La grande abilità e rarità di Farina è infatti nella sua capacità di non intervenire quasi mai in quello che accade davanti alla sua cinepresa e come autore, insomma di esserci senza esserci.
Qualche domanda qua e là, svagata e sommessa, per lasciare una traccia, di questa o quella persona, di questo o quel modo di essere. Così i suoi reperti visivi vagano su YouTube portando ovunque la signorile vaghezza dell'Autore. Per nulla implicato in caratteristiche commerciali anche remote, il suo modo di fare cinema ha la stessa onestà dei frutti selvatici, che crescono e si moltiplicano in abbondanza a prescindere dal fatto che ci sia qualcuno che ne farà uso. Riccardo è un Nonno in tenerissima età capace di trasformare gli spettatori in nipotini assai cresciuti, affamati delle sue brevi fiabe, tutte profumate di assurdo e di tenerezza.

                                                                                                                                      Silvano Agosti









da BEATRICE NICCOLAI, la manovale di parole, l'amica poetessa.


Riccardo – alias Ricky - Farina, con la cinepresa non cattura immagini.

Ascolta e anima le cose.
Come Frédéric di Eric Rohmer, in “l’amore il pomeriggio” si consola e si fa compagnia coi suoi monologhi interiori.
Questo non-cinema di Ricky Farina, coglie l’essenzialità dell’attimo, seppur lasciandolo uguale a come succede, riesce a estrarne la poesia che spesso può rimanere inespressa.
Chi non guarda non vede. Chi non osserva, non cattura.
Solo chi sa ascoltare e cammina spesso solo in una grande città, può percepire l’urlo di una goccia di pioggia che si schianta e muore sull’asfalto. Ricky e la sua profonda leggerezza, perché lui già lo sa… nella sola profondità si perde lo straordinario panorama della vita che succede. 

                                                 

                                                                                                                                         Beatrice Niccolai.

 

 

 

 

 

 LE PAROLE DI CARLO DE LAURO

 

Amo il tuo modo di fare cinema. Il tuo occhio, attraverso la tua videocamera, si sofferma spesso su particolari sui quali lo sguardo della maggior parte delle persone non cade. Le tue inquadrature e il tuo modo di montarle danno il senso del tempo che scorre, che consuma, che invecchia. Ma non c'è morte nei tuoi video, sebbene la "morte" spesso la nomini e cerchi di esorcizzarla. Nelle tue riprese sono spesso immortalati oggetti freddi, di ferro, semafori che si accendono e si spengono, luci intermittenti nel buio della notte. In questa apparente angoscia c'è però la vita, c'è la vita vissuta negli sguardi delle persone che scruti. La telecamera cerca ogni angolo del volto delle persone che riprendi, che dinanzi al tuo obiettivo magicamente si "spogliano", raccontando il loro lato più nascosto. Ammiro molto la tua capacità di osservazione. Sei come le tre "Dentone", dove però al posto dei denti c'è un grande occhio, il tuo, che scruta, esplora, scuce e ricuce. Certamente i tuoi video sono molto più interessanti di molti film che hanno successo sul grande schermo. Non c'è artificio, trucco, effetto speciale, in nessuno dei tuoi video, ma c'è un grande flusso di energia che li attraversa e che giunge allo spettatore. Ti piace ascoltare e osservare. La musica segna la cadenza, il ritmo della vita e del tempo che scorre ed è forte l'impatto che ha l'abbinare colonne sonore "allegre" ad immagini che di allegro non hanno nulla. Questo da' ancora di più il messaggio di una vita fatta di contraddizioni (e probabilmente è affascinante proprio per quello). Un giorno dicesti di non voler più pubblicare video per fare un "dispetto" a tutti quelli che non capivano il tuo fare cinema. Invece ti dico di non fermarti. Vai avanti e continua con le tue splendide "autopsie" della vita e continua a dar vita alla morte. Sei uno spietato ritrattista di questo strano percorso che è la vita. Un occhio mai distratto, una pupilla invisibile che immortala, fotografa, registra e restituisce allo spettatore nella sua crudezza. Continua così.

 

                                                                                                                                                  Carlo De Lauro

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