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Ricky Farina, da “dio casalingo” a casalingo disperato: una parabola fluttuante senza retta che genera il piano.





Un mondo chiuso dentro una camera da letto. Tra una scrivania ed un divano. Una casa di produzione “fantasma”, dal nome dotto e sognante, Chisciotte produzioni, che ha come canale di trasmissione Youtube.
Referenze? Autoreferenziali.
Qualifiche? Casalingo.
Fa la spesa al Pam sotto casa, senza usufruire dei buoni sconto; beve vini pregiati e si fa fermare dalla Polizia mentre fa il “Ritratto” all’alba in Versilia: è un “tipo sospetto” e non sfugge alle forze dell’ordine.
Alla base è l’insania di un gatto-folleggiante,non folle, per carità!-che si morde la coda. Ma per inerzia. Tra i suoi eccessi il posto per eccellenza spetta alla pigrizia.
Notizie queste alle quali si ha libero e estremamente facile accesso se solo ci si imbatte in uno dei video quotidiani che questo logorroico soggetto, affetto da satiriasi, sciorina nel web, nell’urgenza estrema di colmare quella sua costante frustrazione dovuta a inconsapevoli inibizioni affettive. Questo il quadro che la mia psicologia da parrucchiera -lesbica e promiscua- traccia, senza lasciarsi sfiorare da benché minimo dubbio. Il dubbio, del resto, è beneficio degli ignoranti.
Perenne, smaniosa, fissa l’idea del sesso. Fisima che non risparmia alcuna sfera dell’essere: viene scomodato con leggerezza urticante il tabù-perversione della necrofilia e davanti ad una telecamera di fortuna è un continuo scimmiottare una gestualità sessuale ai limiti del ridicolo.
Abilità nei giochi di parole abbinata ad “un’ambiguità patinata” che rivela-è da ammetterlo-una vasta cultura, messa al servizio dell’inutilità.
La frustrazione va in scena. Si apra il sipario e si ascolti, con massima partecipazione emotiva, la storia sempre uguale, ripetitiva, ridondante, di un piacente milanese, dallo humour tutt’altro che inglese,alle prese con contorcimenti adolescenziali sessualsentimentali,continue crisi di identità annesse a quella assoluta mancanza di responsabilità che è la piaga delle generazioni del benessere: il tutto condito con largo uso di turpiloquio, sposo perfetto del costante vaniloquio di un soggetto a tratti inquietante. Si parla di un figlio che abusa della pensione di sua madre per girare filmetti da prima comunione persino a Ventimiglia, con gli immigrati che giocano a golf! La vita per Ricky Farina è una continua partita al flipper: il senso di colpa? E’ una lucina colorata che rimbalza e si spegne. Pluf!
I film-film?-di Ricky Farina sono un catalogo infinito di ammiccamenti classisti, di “chiccherie” borghesi, di snobismo anticlericalfilosinistroide: da Ritratto di un negozio a L’uomo Vogue a Ricchi e poveri, tutto lasciato al caso(e qualche sprovveduto ha considerato quelle che sono contraddizioni ingenuotte delle dotte provocazioni: coscienza critica azzerata, senso della realtà praticamente pari a zero!). Nella pretesa di un cinema casalingo e di quartiere che si vuole elevare ad arte. Appassionati del genere in tre. Parenti, amici e volgari invasati.
“Le persone idiote sono deliziose, mi sono simpatiche. Un caro saluto da Ricky Farina”: lo slogan con il quale insulta chi non si autocensura imbattendosi nei suoi filmati e va, nel pieno di una democrazia che garantisce libertà di parola, ad intaccare la sua sensibilità artistica. E a regalare un broncio assolutamente fuori tempo massimo ad un maschio in età da riproduzione il cui onanismo compulsivo accentua una permalosità innata e una tendenza all’attacco verboso e mordace.
Inneggia ad una follia crepuscolarfanatichesca e si accompagna ad individui, con debolezze e problematiche personali che dovrebbero essere protette da sana discrezione, senso del rispetto e del pudore e che vengono invece esposti alla gogna di una rete senza scrupoli, facendone zimbelli di ignoranza e bullesco mal pensare.
Ricky Farina: un aspirante poeta maledetto con incontinenza immaginifica e il latente disturbo ossessivo compulsivo dell’esibizionismo di una tigre in gabbia dentro quattro mura. Di cartongesso. Un essere umano complesso e pericoloso che ha fatto dei suoi disturbi egodistonici un campo di guerra per presunti suicidi.





                                                                                                                                                                      La parrucchiera di Pipi.

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